Il soggetto è tratto dall’omonima commedia di Molière, che Kleist rimaneggia fra il 1806 e il 1807 e da cui lo scrittore prende alcune parti quasi alla lettera. La leggenda di Zeus, che per riuscire a possedere la bella Alcmena le si avvicina sotto le sembianze del marito Anfitrione, appartiene al genere della commedia degli equivoci. Kleist però stravolge questo quadro di riferimento per rappresentare in maniera drammatica il legame tra ciò che è e ciò che appare. Riprendendo l’Amphitryon di Molière, Kleist ne trae, aggiungendovi due sole scene completamente nuove, una commedia fra le più “kleistiane”. Zeus, stanco di essere soltanto dio, scende dall’Olimpo per sottoporre ad un crudele esperimento Alcmena. Egli vuole possedere la donna non da dio o da animale ma da uomo, come un marito innamorato possiede la moglie innamorata.
Anfitrione
- Teatro
- 1979
Il soggetto è tratto dall’omonima commedia di Molière, che Kleist rimaneggia fra il 1806 e il 1807 e da cui lo scrittore prende alcune parti quasi alla lettera. La leggenda di Zeus, che per riuscire a possedere la bella Alcmena le si avvicina sotto le sembianze del marito Anfitrione, appartiene al genere della commedia degli equivoci. Kleist però stravolge questo quadro di riferimento per rappresentare in maniera drammatica il legame tra ciò che è e ciò che appare. Riprendendo l’Amphitryon di Molière, Kleist ne trae, aggiungendovi due sole scene completamente nuove, una commedia fra le più “kleistiane”. Zeus, stanco di essere soltanto dio, scende dall’Olimpo per sottoporre ad un crudele esperimento Alcmena. Egli vuole possedere la donna non da dio o da animale ma da uomo, come un marito innamorato possiede la moglie innamorata.

Regia: G. Lavia
Produzione:
attore e aiuto regiaCredits
H.V. Kleist. Teatro di Ostia Antica