Le commedie alfieriane, meno note delle tragedie, rappresentano l’ultima fatica letteraria di Alfieri, in particolare “Il Divorzio”, la più realistica delle sei commedie, “tutta moderna ed italiana” come il poeta scrisse nel settembre del 1800. E’ la satira di un matrimonio di interesse nel quale il contratto nuziale, secondo il costume del tempo, è circondato da tante clausole da lasciar libera la moglie da ogni soggezione al marito e da rendere il matrimonio apparente un vero divorzio. Nella Genova di fine ‘700 si narrano le vicende di Agostino Cherdalosi, uomo d’indole onesta, ma la cui avarizia lo rende odioso alla moglie Annetta, donna scostumata e superba. La figliuola Lucrezia è avvenente, ma civetta, mal educata, disamorata e di pessimo carattere; seguendo le orme della madre, amoreggia con tutti coloro che capitano in casa sua. Intorno a costoro si muovono gli altri personaggi: un promesso sposo ingenuo e sprovveduto, i cicisbei, il prete di casa che aiuta la giovane negli intrighi amorosi, un avvocato disonesto ed un medico dello stesso stampo ed infine l’anziano pretendente cui si ricorre strategicamente per un matrimonio di comodo ed opportunistico. Il tono farsesco dell’Alfieri è carico di significati morali, di aperti sdegni, di condanne di costume, di insofferenza verso una società che gli appare mediocre persino nel vizio, riflesso della decadenza degli ideali politici.
I divorzi
- Teatro
- 1979
Le commedie alfieriane, meno note delle tragedie, rappresentano l’ultima fatica letteraria di Alfieri, in particolare “Il Divorzio”, la più realistica delle sei commedie, “tutta moderna ed italiana” come il poeta scrisse nel settembre del 1800. E’ la satira di un matrimonio di interesse nel quale il contratto nuziale, secondo il costume del tempo, è circondato da tante clausole da lasciar libera la moglie da ogni soggezione al marito e da rendere il matrimonio apparente un vero divorzio. Nella Genova di fine ‘700 si narrano le vicende di Agostino Cherdalosi, uomo d’indole onesta, ma la cui avarizia lo rende odioso alla moglie Annetta, donna scostumata e superba. La figliuola Lucrezia è avvenente, ma civetta, mal educata, disamorata e di pessimo carattere; seguendo le orme della madre, amoreggia con tutti coloro che capitano in casa sua. Intorno a costoro si muovono gli altri personaggi: un promesso sposo ingenuo e sprovveduto, i cicisbei, il prete di casa che aiuta la giovane negli intrighi amorosi, un avvocato disonesto ed un medico dello stesso stampo ed infine l’anziano pretendente cui si ricorre strategicamente per un matrimonio di comodo ed opportunistico. Il tono farsesco dell’Alfieri è carico di significati morali, di aperti sdegni, di condanne di costume, di insofferenza verso una società che gli appare mediocre persino nel vizio, riflesso della decadenza degli ideali politici.
Regia: G. Lavia
Produzione:
attore e aiuto regiaCredits
V. Alfieri.
Teatro Quirino di Roma